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Corso Allenatore Regionale in Formazione – FIP

✅ PAGINA 1: Titolo

"Corso Allenatore Regionale in Formazione – FIP" Questa è solo l’intestazione del corso: si tratta del percorso formativo per diventare Allenatore Regionale, organizzato dalla Federazione Italiana Pallacanestro (FIP) con il Settore Scuola dello Sport (SdS). 📌 Obiettivo del corso: imparare come insegnare correttamente lo sport (non solo il basket), con basi scientifiche e metodologiche.



📘 PAGINA 2 – Cos'è la Metodologia dell'insegnamento sportivo

✅ Cosa significa “metodologia”?

La metodologia è lo studio del modo migliore per insegnare qualcosa. Quindi nel contesto sportivo, si tratta di capire come insegnare lo sport nel modo più efficace, sia per far apprendere un gesto tecnico, che per trasmettere valori, disciplina e capacità tattiche.

🧠 Non è solo “faccio vedere e poi copiami”

Molti allenatori sbagliano pensando che basti mostrare un gesto tecnico o una giocata e i ragazzi possano copiarlo perfettamente. La realtà è molto più complessa: ogni atleta impara in modo diverso.

🔍 Esempio pratico (basket): se mostri una penetrazione con arresto e tiro, uno potrebbe copiare il movimento bene perché ha una buona coordinazione; un altro invece ha bisogno di spezzare il movimento in fasi (es. primo passo – secondo passo – arresto – rilascio) perché il suo corpo ancora non “capisce” tutto insieme.

👥 Le discipline che formano la metodologia

1. Psicologia

Capire come pensa e reagisce un atleta: se ha paura di sbagliare, se si demoralizza, se si distrae, se ha bisogno di essere motivato. Un allenatore efficace non parla solo ai muscoli, ma anche alla testa dei giocatori.

🎯 Esempio: Se un tuo ragazzo sbaglia un tiro libero decisivo, non devi solo correggere il gesto tecnico, ma anche aiutarlo a riprendere fiducia, a non aver paura di riprovarci. Questa è psicologia applicata.

2. Scienze della formazione (Didattica)

Riguarda l’arte del saper insegnare: come strutturi una lezione, come spieghi, in che ordine dai le informazioni. Serve a non buttare dentro 100 concetti insieme, ma dosarli in modo logico.

🎯 Esempio: Insegni un nuovo schema offensivo? Prima mostri i ruoli, poi spieghi i movimenti senza difesa, poi introduci la difesa passiva, poi la difesa attiva. Questo ordine ha una logica, che aiuta l'apprendimento.

3. Sociologia

Lo sport si pratica in gruppo, quindi è fondamentale capire le dinamiche sociali: chi è il leader, chi è timido, chi esclude, chi motiva. Come allenatore devi costruire un gruppo coeso, non solo mettere in campo 5 buoni giocatori.

🎯 Esempio: Hai un ragazzo molto forte ma arrogante? E uno meno talentuoso ma sempre positivo? Devi gestire entrambi, magari affidare responsabilità al secondo per equilibrare il gruppo.

🔬 Discipline collegate:

Teoria dell’allenamento → riguarda come si migliora il corpo: tempi di recupero, carichi, fasi dell’anno (preparazione, stagione, defaticamento).

Neuroscienze e Biologia → studiano come il cervello e il corpo apprendono, come si forma un’abitudine, cosa succede nei muscoli quando impari un gesto nuovo.

🎯 Esempio: Quando insegni un passaggio schiacciato, alleni non solo il braccio, ma anche i collegamenti tra cervello e muscoli. Più lo fai, più si velocizzano quei collegamenti → l’automatismo nasce così.

🔄 In sintesi:



📘 PAGINA 3 – Chi insegna lo sport? Le figure chiave

1. Istruttore

Spesso lavora con i più piccoli o nelle scuole. Ha una funzione più educativa che competitiva. Deve creare un ambiente divertente, sicuro e motivante.

🏀 Esempio: L’istruttore minibasket deve insegnare palleggio o tiro giocando, con regole semplici e incoraggiando tutti.

2. Allenatore / Tecnico (Coach)

È il cuore della squadra. Deve avere competenze tecniche, ma anche saper motivare, organizzare allenamenti, valutare i giocatori, comunicare bene, e adattarsi a ogni situazione.

🎯 Esempio: Devi sapere cosa fare se la squadra gioca male nel primo quarto, se un tuo leader si arrabbia, se un giocatore non ha fiducia… Sei molto più di un gestore di schemi.

3. Maestro

Più presente in sport individuali (es. tennis), ma anche nel basket può essere il “maestro di fondamentali”, colui che perfeziona i dettagli tecnici.

4. Preparatore Fisico

Si occupa di potenza, velocità, prevenzione infortuni. Nel basket, può lavorare a fianco del coach per gestire carichi, salti, recuperi e crescita fisica degli atleti.

5. Insegnante

Figura scolastica. Insegna educazione fisica nelle scuole, quindi ha obiettivi più generali (salute, sviluppo motorio, giochi), ma può dare una base fondamentale per futuri atleti.

✅ Cosa vogliono farti capire in questa parte?

Essere un allenatore oggi non significa solo sapere il basket, ma saper insegnare, comunicare, osservare, valutare, e costruire atleti e persone.

💬 Il bravo coach è quello che riesce a far migliorare ogni ragazzo del suo gruppo, anche quelli meno dotati.



📘 PAGINA 4 – Conoscenza, Abilità, Competenza: cosa significano davvero per un allenatore

🔹 Definizione generale (presa dal CEDEFOP 2008):

“La competenza è la capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e personale.”

✅ Spiegazione semplice

Questa definizione ci dice una cosa molto chiara:

👉 Essere competenti non significa solo sapere qualcosa, ma saperla usare nel momento giusto, nel modo giusto.

🔄 I tre pilastri fondamentali:

🧠 Un esempio concreto: alleni un gruppo U15 e devi insegnare il tiro in sospensione

Se hai solo conoscenza, saprai spiegare: “il tiro parte dai piedi, il gomito è allineato, il polso frusta…”

Se hai anche abilità, saprai mostrarlo bene, magari correggere i ragazzi uno ad uno.

Se hai competenza, saprai:

scegliere quando insegnarlo (es: dopo che sanno già fare l’arresto a 2 tempi);

come proporlo (es: con esercizi individuali prima e in situazione poi);

come correggerlo (usando parole giuste per ciascun giocatore);

come valutare i progressi nel tempo.

🔄 Allenare la competenza è il vero scopo del corso

Il corso non serve solo a riempirti la testa di informazioni, ma vuole aiutarti a diventare:

🧠 Un allenatore che sa ragionare, adattarsi alle situazioni, risolvere problemi, scegliere soluzioni efficaci in base ai ragazzi che ha davanti.

🗂 Esercizio di riflessione personale (che potresti scrivere in un tuo quaderno di appunti)

Rispondi a queste domande:

Quando alleno, mi limito a spiegare e dimostrare, o aiuto davvero i ragazzi a imparare?

So adattare il mio insegnamento a chi ho davanti? Uso le stesse parole con tutti?

So valutare se un esercizio è efficace, oppure lo faccio perché “si è sempre fatto così”?

Se cominci a riflettere su questi aspetti, stai già allenando la tua competenza da coach.

🏀 BONUS per te (esempio reale)

Hai un ragazzo che tira sempre con i piedi storti. Lo correggi una volta, due volte… ma continua. Se sei solo “conoscente”, glielo ripeti ancora. Ma se sei competente:

Capisci che forse il problema parte dall’appoggio dopo l’arresto.

Fai un esercizio per lavorare solo sull’appoggio dei piedi.

Gli chiedi di guardare un video di un suo tiro.

Poi lo metti in una situazione di gioco con pressione, e valuti se tiene la correzione.

👉 Questo è uso intelligente delle tue conoscenze. Questo è competenza.



📘 PAGINA 5 – Le competenze didattiche del tecnico

Domanda guida: cosa rende un allenatore davvero efficace nel far crescere i propri atleti?

🎯 Ecco le 5 competenze didattiche principali:

1. Capacità di motivare

Significa saper dare energia, fiducia, voglia di migliorare ai tuoi giocatori. Un allenatore bravo non allena solo i muscoli, ma accende la testa e il cuore dei suoi ragazzi.

🔍 Esempio:

Un ragazzo ha fatto una brutta partita, è abbattuto. Tu potresti dirgli:

❌ “Hai sbagliato tutto oggi, devi allenarti di più.”

✅ “Hai avuto difficoltà, ma hai anche fatto 3 buone difese. Ripartiamo da lì e lavoriamo sul resto.”

👉 Un buon motivatore vede il potenziale anche nei momenti negativi e lo fa notare al giocatore.

2. Capacità di comunicare

Comunicare bene non vuol dire solo parlare: vuol dire usare le parole giuste, al momento giusto, saper dare istruzioni chiare e comprensibili, saper ascoltare.

🧠 In pratica:

Sai spiegare un concetto tecnico in 3 frasi semplici?

Sai adattare il tuo modo di parlare a un U13 e a un U17?

Usi anche la comunicazione non verbale? (gesti, sguardi, tono di voce)

📌 Una comunicazione efficace rende l’allenamento più produttivo e il clima più positivo.

3. Capacità di osservare

Un coach non deve solo guardare, ma osservare con attenzione critica:

Chi è distratto?

Chi non sta migliorando?

Chi ha capito l’esercizio ma lo esegue male?

Chi finge di impegnarsi ma è passivo?

🔍 Esempio:

Fai un esercizio 1 contro 1, ma mentre osservi vedi che un ragazzo:

va sempre a destra

salta in modo scoordinato

ha paura del contatto

Se osservi bene, puoi progettare un lavoro personalizzato per aiutarlo.

4. Capacità di valutare

Valutare non è solo dare un voto. È:

capire se un atleta sta migliorando

sapere se un esercizio è stato utile

stabilire obiettivi a breve e lungo termine

🎯 Esempio:

Hai lavorato 3 settimane sul tiro da fuori. Ora vuoi vedere:

% tiri realizzati in partita

sicurezza nel prenderseli

equilibrio nel corpo al momento del tiro

📌 Valutare serve per aggiustare il tuo programma di lavoro. Se un esercizio non ha funzionato, lo cambi o lo adatti.

5. Capacità di programmare

Un bravo coach non improvvisa ogni allenamento. Sa costruire un piano:

settimanale

mensile

stagionale

Sa anche programmare:

a lungo termine, con obiettivi tecnici (es. “entro dicembre saper gestire il pick and roll”)

a breve termine, con focus quotidiani (es. “oggi lavoriamo solo su arresto a un tempo e passaggio schiacciato”)

🧩 Esempio:

Sai che il sabato avrai una squadra che pressa. Da martedì programmi 3 allenamenti dedicati alla gestione del pressing. Questa è programmazione efficace.

🧠 In sintesi:

📌 Esercizio per te:

Prendi un foglio e prova a scrivere:

In cosa ti senti forte tra queste 5 competenze?

In cosa potresti migliorare?

Hai un episodio recente in cui una tua mancanza in una di queste aree ha reso l’allenamento meno efficace?

Questo ti aiuta a prendere consapevolezza e lavorare anche su di te come allenatore.



📘 PAGINA 6 – Le abilità e la tecnica: gli obiettivi dell’insegnamento

✅ Cosa sono le abilità?

Un’abilità è una capacità acquisita di eseguire un compito in modo efficace, costante e orientato a uno scopo.

📌 In parole semplici: Allenare un’abilità significa allenare un gesto che serve a raggiungere un obiettivo, ad esempio:

segnare un canestro

ricevere la palla in corsa

superare un avversario in palleggio

passare nel tempo giusto a un compagno libero

🧠 La definizione teorica (McMorris, 2004):

“L’abilità è la produzione costante di movimenti orientati al raggiungimento di obiettivi, che sono appresi e specifici per il compito.”

🔍 Quindi: cos’è una buona abilità sportiva?

Si impara con la pratica

Serve a raggiungere un risultato

Viene ripetuta tante volte

Deve adattarsi alle situazioni (non essere rigida)

È specifica per lo sport (es. il palleggio in basket è diverso da quello nel calcio)

🧠 Le 3 grandi categorie di abilità

Secondo la scienza dello sport, ogni abilità può essere classificata in base a cosa interviene di più per farla bene:

🔄 Tutte e tre le abilità si intrecciano

Ogni gesto sportivo è un mix di queste abilità, ma a volte una prevale sulle altre.

🏀 Esempio pratico:

Il tiro libero → è più motorio (ripeti sempre lo stesso gesto)

Un contropiede → è motorio + percettivo (devi correre e vedere la difesa)

Un pick and roll → è motorio + cognitivo + percettivo (devi decidere cosa fare, vedere come reagisce la difesa, eseguire bene)

🧩 Perché è importante saperle distinguere?

Se capisci di che tipo è l’abilità che stai allenando, puoi:

scegliere l’esercizio giusto

spiegare in modo più mirato

correggere meglio gli errori

🎯 Se un tuo atleta sbaglia spesso la scelta (passa quando non deve), il problema non è tecnico, ma cognitivo o percettivo → serve un esercizio di lettura o gioco situazionale.



📘 PAGINA 7 – Classificazione delle abilità motorie

🔹 1. Classificazione in base all’organizzazione del compito

✅ A. Abilità discrete

Hanno un inizio e una fine ben precisi. Durano poco tempo e sono azioni singole.

Esempi nel basket:

Un tiro libero

Un passaggio

Un singolo salto

🧠 Come si allenano? Con esercizi ripetitivi e focalizzati, come serie di tiri o passaggi con attenzione alla tecnica.

✅ B. Abilità continue

L’azione non ha un inizio e una fine ben definiti, è fluida, ciclica, ripetitiva.

Esempi nel basket:

Correre in contropiede

Palleggiare in campo aperto

Scivolamenti difensivi per lunghi tratti

🧠 Come si allenano? Con esercitazioni prolungate, che sviluppano resistenza, ritmo, continuità, come “su e giù a palleggiare” o “ripetute di close-out”.

✅ C. Abilità seriali

Sono una sequenza di abilità discrete, unite in un’unica azione complessa. L’ordine è importante.

Esempi nel basket:

Palleggio → arresto → tiro

Finta → penetrazione → scarico

Stacco → tiro in salto → atterraggio

🧠 Come si allenano? Prima si spezzano le fasi (prima palleggio, poi arresto, poi tiro), poi si mettono insieme in sequenza con gradualità.

🔁 Riassunto visuale

🔹 2. Classificazione in base alla prevedibilità dell’ambiente

✅ A. Abilità chiuse

Si svolgono in un ambiente stabile e prevedibile, dove l’atleta può controllare tutto.

Esempi nel basket:

Tiro libero

Passaggio su bersaglio fisso

Tiro dopo ricezione senza difesa

🧠 Quando usarle?

In fase iniziale di apprendimento

Per perfezionare la tecnica

In esercizi senza difesa

✅ B. Abilità aperte

Si svolgono in un ambiente variabile e imprevedibile, quindi richiedono adattamento e reazione.

Esempi nel basket:

Tiro con difensore in recupero

1 contro 1 dal palleggio

Passaggio sotto pressione

Tiro in corsa con ostacoli

🧠 Quando usarle?

In fase avanzata, per allenare la lettura e la reazione

In esercizi con avversari o regole variabili

🧩 Esempio pratico per te

Stai insegnando l’arresto e tiro.

Prima lo fai in situazione chiusa (senza difesa, bersaglio fisso) → lavorando su tecnica, equilibrio, ritmo.

Poi lo rendi aperto (con difensore che rincorre, o che cambia traiettoria) → l’atleta deve decidere come adattarsi e farlo comunque bene.

Questo passaggio è fondamentale per il miglioramento reale.

🧠 In sintesi:

📌 Perché questa distinzione è utile?

Quando prepari un allenamento, non puoi fare sempre lo stesso tipo di esercizio. Devi:

Iniziare con abilità chiuse e discrete per insegnare

Passare a abilità aperte e seriali per sviluppare gioco reale

👉 I giocatori che sbagliano in partita ma fanno bene in allenamento... probabilmente hanno allenato solo abilità chiuse, senza pressione.

🎯 Riflessione per il tuo quaderno

Quali esercizi usi oggi sono abilità chiuse?

Usi abbastanza esercizi aperti e situazionali?

Sai sempre che tipo di abilità stai allenando? O vai un po’ “a sensazione”?

Rispondere ti aiuta a diventare più consapevole nel progettare l’allenamento.



📘 PAGINA 8 – Cos’è la tecnica sportiva? E perché è importante capirne la variabilità

✅ Cosa si intende per tecnica

“La tecnica è una successione di movimenti o un insieme di azioni determinati dallo sport, che servono alla soluzione più efficace di un determinato problema di movimento in una situazione sportiva.” → (Martin et al., 1997 – Platonov, 2004)

🧠 Spiegazione semplice

La tecnica è come fai un gesto sportivo. Non è solo “il movimento”, ma il modo migliore per risolvere un problema motorio, cioè una sfida del gioco.

🎯 Esempio nel basket:

Il problema: sei marcato stretto ma vuoi tirare.

La soluzione tecnica: step-back + rilascio veloce.

🏗 La tecnica è una "soluzione intelligente"

Ogni gesto tecnico risponde a una situazione, quindi è:

efficace (funziona)

efficiente (spende meno energia possibile)

ripetibile (può essere fatto più volte in partita)

adattabile (si modifica se cambia il contesto)

❓Tutte le abilità hanno un riferimento tecnico?

Sì, ogni abilità sportiva è basata su un modello tecnico di riferimento. Ma attenzione: non esiste un solo modo giusto di fare una cosa.

E qui entra il concetto fondamentale di questa pagina 👇

🔄 VARIABILITÀ TECNICA: la stessa abilità non si ripete mai nello stesso identico modo

🧠 Esempio pratico:

Tiri 10 volte da 3 punti nella stessa posizione. Anche se sei un tiratore eccellente, non farai mai 10 tiri perfettamente uguali.

Perché?

Cambia la forza delle gambe

Cambia la posizione del difensore

Cambia la velocità del passaggio

Cambia il tempo a disposizione

👉 La tecnica si adatta.

🔍 Che cosa varia?

I parametri del programma motorio, cioè:

Forza → quanto carico metti nel movimento

Ampiezza → quanto è ampio il gesto (es. quanto alzi il braccio)

Tempo di movimento → quanto ci metti a eseguirlo

Anche se l’intenzione è la stessa (es. “voglio segnare da 3”), il modo in cui esegui il gesto cambia ogni volta.

💬 Ecco perché allenare la tecnica non vuol dire renderla rigida, ma:

👉 Stabile: cioè riconoscibile e corretta

👉 Adattabile: cioè pronta a funzionare in diverse situazioni

📌 Se un tuo giocatore sa tirare bene solo in palestra da solo, ma sbaglia sempre in partita, allora la sua tecnica non è adattabile → va allenata in contesti più realistici (abilità aperta).

🔁 Allenare la variabilità

Per rendere la tecnica stabile ma flessibile, devi:

Ripetere il gesto tecnico tante volte in modo guidato

Inserire varianti (tempo, spazi, ostacoli)

Simulare situazioni reali (es. ricezione in corsa, difensore in recupero)

🏀 Allenare il tiro vuol dire: tiro statico → tiro in corsa → tiro in uscita → tiro con difesa → tiro dopo pick

🧩 Conclusione della pagina:

La tecnica non è una statua fissa, ma una forma viva che si adatta.

Un buon allenatore non cerca la perfezione visiva, ma la funzionalità del gesto.

La ripetizione è fondamentale, ma deve essere intelligente, situazionale, progressiva.

📌 Domande di riflessione per te:

Quando insegni una tecnica, lasci spazio alla variazione o vuoi che tutti la facciano nello stesso modo?

I tuoi esercizi tecnici prevedono situazioni diverse o sono sempre uguali?

Se un ragazzo fa un gesto "brutto" ma efficace, lo correggi o lo accetti?



📘 PAGINA 9 – Tattica e Strategia: cosa sono, cosa cambia e come usarle

✅ Cos'è la tattica?

“La tattica è l’insieme di comportamenti (azioni, operazioni) individuali o collettivi che, tenendo conto della situazione attuale, producono condizioni favorevoli da sfruttare durante l’incontro.” → (Rossi & Nougier, 1996)

🧠 Spiegazione semplice

La tattica è ciò che fai durante il gioco per ottenere un vantaggio, sia da solo che in squadra.

🏀 Esempi di tattica:

Un blocco cieco per liberare un tiratore

Un cambio difensivo in pick and roll

Un passaggio extra per trovare un tiro migliore

Un 1vs1 contro il difensore più debole

👉 La tattica è la scelta nel momento: è situazionale, cambia da azione ad azione.

✅ Cos'è la strategia?

“La strategia è la pianificazione mentale che, tenendo conto delle regole e delle caratteristiche dell’avversario, anticipa e stabilisce le decisioni generali per il comportamento di gara.” → (Rossi & Nougier, 1996)

🧠 Spiegazione semplice

La strategia è il piano generale che decidi prima della partita. È una visione più ampia.

🎯 Esempi di strategia:

“Giochiamo a zona contro una squadra che non tira da fuori”

“Pressiamo subito dopo canestro per farli sbagliare la rimessa”

“Giochiamo pick and roll centrale ogni volta che c’è il lungo lento”

“Usiamo i cambi difensivi contro le squadre che giocano solo 1vs1”

👉 La strategia è la scelta fatta prima: è preparata, studiata, condivisa con la squadra.

🔁 Differenza tra tattica e strategia

📌 La strategia prepara il terreno, la tattica lo sfrutta in tempo reale.

🔍 Come si collegano a tecnica e abilità?

La tecnica è come fai un gesto (es. il tiro).

L’abilità è quanto bene lo fai, in condizioni varie.

La tattica è quando e perché lo fai (es. scelgo il tiro perché il difensore è in ritardo).

La strategia è quale tipo di azioni abbiamo deciso di fare in partita (es. contro la zona, tiri dagli angoli).

🏀 Esempio reale dal basket:

🎯 Situazione: giochi contro una squadra che ha un lungo molto lento nei cambi difensivi.

Strategia: decidi che ogni azione offensiva sarà pick and roll centrale per attaccare quel lungo.

Tattica: in partita, il tuo playmaker vede che il lungo non esce bene → lo attacca in palleggio anziché passare → usa un arresto-e-tiro se l’aiuto è in ritardo.

👉 Senza strategia, il vantaggio non esiste. 👉 Senza tattica, non lo sfrutti.

📌 Come si allena la tattica?

Con situazioni di gioco reali (2vs2, 3vs3, 5vs5)

Con esercizi a vincoli e obiettivi (es. si può tirare solo dopo almeno 2 passaggi → obbliga a pensare)

Con il dialogo e le domande (“Cosa hai visto? Perché hai deciso così?”)

Con il video: analizzare scelte giuste e sbagliate

📌 Come si sviluppa la strategia?

Con lo studio degli avversari

Con l’analisi dei punti deboli della propria squadra

Con l’esperienza dell’allenatore

Con la condivisione del piano con i giocatori

📒 Riflessione per il tuo quaderno:

Quando prepari un allenamento, stai allenando più la tecnica, la tattica o la strategia?

I tuoi ragazzi sanno leggere la partita o fanno solo quello che dici?

Riesci a far cambiare scelta ai giocatori in base alla situazione (tattica)?

Allenare bene significa aiutare i ragazzi a diventare intelligenti in campo, non solo esecutori di movimenti.



📘 PAGINA 10 – Apprendimento motorio: cos’è e perché è così importante

✅ Definizione scientifica (Schmidt & Lee, 2015)

“L’apprendimento motorio è l’insieme di processi associati all’esercizio e all’esperienza che portano a miglioramenti relativamente permanenti nel potenziale di performance abile di un soggetto.”

🧠 Spiegazione semplice

🔄 Apprendimento motorio = allenarsi bene → fare esperienza → migliorare davvero in modo stabile nel tempo

L’apprendimento motorio è ciò che succede nel cervello e nel corpo quando impari un gesto:

un tiro

un arresto

una difesa

un cambio di mano

È diverso dalla “prestazione” perché l’apprendimento è ciò che rimane, anche se passi settimane senza allenarti.

🔁 Differenza chiave: Apprendimento ≠ Prestazione

🎯 Esempio: Se oggi tiri benissimo in allenamento, ma domani no, non significa che non hai imparato. Significa che la prestazione è calata, ma se la tecnica è acquisita, tornerà.

🔍 Le caratteristiche dell’apprendimento motorio

Vediamole una per una:

1. È conseguenza della pratica o dell’esperienza

Nessuno impara un gesto motorio leggendo un libro o guardando un video. Serve allenarsi, sbagliare, riprovare, interiorizzare.

2. Non è direttamente osservabile

Non puoi “vedere” l’apprendimento nel momento esatto in cui avviene. Lo deduci dal miglioramento della performance nel tempo.

3. Coinvolge il sistema nervoso centrale

Il gesto si “registra” nel cervello e diventa programma motorio.

4. Non tutti i cambiamenti di performance sono dovuti all’apprendimento

Se un ragazzo oggi gioca meglio, potrebbe essere:

perché è più riposato

perché l’avversario è debole

perché è motivato

👉 Solo se mantiene il miglioramento nel tempo → significa che ha imparato davvero.

5. Produce un potenziale di performance

Imparare un gesto non significa farlo sempre perfetto, ma avere il potenziale per farlo bene quando serve, anche in gara.

6. È relativamente permanente

Una volta che impari una cosa bene, non la perdi facilmente. Anche dopo mesi di stop, torna in fretta.

🎯 Esempio personale: Se tu, Placido, hai imparato a fare un palleggio dietro la schiena anni fa, anche se non lo usi spesso, il cervello lo conserva. Ti basta poco per rimetterlo in funzione.

🏀 Perché è utile per te come coach?

Quando alleni un ragazzo, non basta che oggi faccia bene un esercizio. Devi chiederti:

Lo sta davvero imparando, o è solo una buona giornata?

Sa ripetere il gesto anche con la pressione dell’avversario?

Lo sa fare anche dopo 3 giorni di pausa?

✅ Se la risposta è sì → sta imparando. ❌ Se la risposta è no → stai solo allenando la prestazione, non l’apprendimento.

📒 Esercizi utili per favorire l’apprendimento motorio:

Ripetizione con consapevolezza → Non fare 100 tiri, ma 30 con attenzione al corpo, equilibrio, ritmo.

Feedback costruttivo → “Hai tenuto il gomito più vicino oggi, hai visto il risultato?”

Progressione situazionale → Allenare prima da solo, poi con difesa passiva, poi con difesa attiva.

📌 Riflessione personale:

Quando correggi un gesto, ti preoccupi se il giocatore lo ha davvero compreso?

Usi vari contesti e varianti per rafforzare l’apprendimento?

Fai esercizi che restano nella memoria motoria o solo che “fanno stancare”?

Allenare bene significa aiutare i ragazzi a imparare, non solo a faticare.



📘 PAGINA 11 – Apprendimento motorio: indicatori e caratteristiche

✅ Come si capisce se un giocatore ha imparato davvero un’abilità?

Ci sono 4 indicatori chiave, proposti da Magill (2001), che ti aiutano a valutare se l’apprendimento è avvenuto e consolidato.

🧠 Le 4 caratteristiche che indicano apprendimento:

1. Miglioramento

Il gesto si avvicina sempre di più al modello ideale richiesto.

🏀 Esempio: prima un giocatore non allineava bene piedi e spalle nel tiro. Dopo 2 settimane, l’allineamento è migliorato, la palla ruota meglio, entra più spesso.

2. Costanza (o stabilità)

Il gesto tecnico viene ripetuto con coerenza nel tempo e nelle ripetizioni.

🏀 Esempio: un ragazzo fa 10 arresti a due tempi, e 9 sono uguali, fluidi, con equilibrio. 👉 Questo è segnale di apprendimento stabile.

3. Persistenza

Il gesto non si perde: anche dopo un periodo di pausa, il ragazzo mantiene l’abilità.

🏀 Esempio: dopo 4 giorni di pausa, ritorna ad allenarsi e fa subito bene l’1vs1 che aveva appreso → non ha bisogno di ricominciare da zero.

4. Adattabilità

Il giocatore è in grado di usare l’abilità in contesti diversi, non solo identici a quelli dell’allenamento.

🏀 Esempio: sa tirare bene da tre dopo ricezione da sinistra, ma anche dopo palleggio in step-back, o con difensore in recupero. 👉 Ha interiorizzato l’abilità e la adatta.

📌 Perché sono fondamentali questi 4 segnali?

Perché ti permettono di valutare se un esercizio sta funzionando davvero.

Se vedi solo miglioramento, ma senza costanza, è ancora presto.

Se c’è costanza ma non adattabilità, devi cambiare il tipo di esercizio.

Se c’è persistenza, puoi passare alla fase successiva del lavoro.

🔄 Ogni fase dell’allenamento deve generare uno di questi risultati, altrimenti non stai costruendo apprendimento stabile.

🎯 Applicazione pratica per te

Fai questo test dopo 1 settimana di lavoro su un fondamentale:

Il ragazzo fa meglio di prima? → ✅ Miglioramento

Lo fa quasi sempre bene? → ✅ Costanza

Dopo 2 giorni senza allenarsi, lo fa ancora bene? → ✅ Persistenza

Se cambio contesto (es. difesa più aggressiva), riesce lo stesso? → ✅ Adattabilità

Se le risposte sono tutte sì, allora il gesto è stato appreso.

🧩 Un esempio reale:

Lavori sul passaggio schiacciato in corsa:

Giorno 1: i ragazzi sbagliano spesso → li fai ripetere → dai feedback

Giorno 3: migliorano → li metti in esercizi dinamici → cominciano ad adattarsi

Giorno 6: li metti in 2vs1 o 3vs2 → sanno usare il passaggio anche sotto pressione

Giorno 8: dopo un giorno di pausa, li rivedi → lo fanno ancora bene

👉 Questo è apprendimento motorio ben costruito.

📒 Riflessione da scrivere nel tuo quaderno

In quali esercizi vedi miglioramento, ma non ancora costanza?

Quali gesti i tuoi ragazzi sanno fare solo in esercizi chiusi, ma non in partita?

Come puoi adattare gli esercizi per favorire l’adattabilità?



📘 PAGINA 12 – Due approcci per spiegare l’apprendimento motorio: Cognitivista vs Dinamico-Ecologico

✅ Perché è importante questa parte?

Come allenatore, devi sapere non solo cosa insegnare, ma anche come funziona il cervello e il corpo di chi impara. In questa pagina vengono presentati due modelli diversi per spiegare come si apprende un gesto motorio:

👨‍🏫 Approccio Cognitivista

🌿 Approccio Dinamico-Ecologico

Conoscerli ti aiuterà a:

✏️ scegliere esercizi più efficaci

🧠 capire gli errori

🔁 migliorare il modo in cui insegni

1️⃣ APPROCCIO COGNITIVISTA

🧠 Cos’è?

È il modello più “tradizionale” e scolastico. Parte dall’idea che la mente è come un computer, e il processo di apprendimento segue questi passaggi in sequenza:

🔄 Schema:

1. Input → 2. Elaborazione → 3. Output

Input = lo stimolo (es. la palla che arriva, la posizione del difensore)

Elaborazione = il cervello analizza, decide cosa fare

Output = il corpo esegue (es. passaggio, tiro, cambio mano)

✅ In pratica: come si applica?

Se alleni con questo approccio:

scomponi il gesto in parti

dai spiegazioni chiare

fai molte ripetizioni

usi il feedback per correggere

🏀 Esempio: Stai insegnando il tiro. Spieghi:

posizione dei piedi

allineamento braccio-mano

frustata del polso Poi fai ripetere il gesto a vuoto e con palla. 👉 Classico approccio cognitivista.

📌 Vantaggi:

Ideale nelle prime fasi di apprendimento

Aiuta i ragazzi a capire “come si fa”

Ottimo per costruire le basi tecniche

2️⃣ APPROCCIO DINAMICO-ECOLOGICO

🌿 Cos’è?

È un approccio più moderno e “naturale”. Parte dall’idea che l’apprendimento non è solo nella testa, ma nasce dall’interazione continua tra corpo, compito e ambiente.

🔄 Schema:

nginx

CopiaModifica

Individuo ↔ Compito ↔ Ambiente

Individuo = chi sta imparando (le sue caratteristiche fisiche e mentali)

Compito = il gesto da imparare (es. passaggio in corsa)

Ambiente = il contesto (campo, difesa, tempo…)

👉 Il movimento emerge come risposta a queste interazioni, non da una “formula” scritta nel cervello.

✅ In pratica: come si applica?

Se alleni con questo approccio:

dai situazioni realistiche

non spezzetti troppo il gesto

lasci i giocatori trovare soluzioni personali

modifichi il compito o l’ambiente per far emergere l’abilità

🏀 Esempio: Vuoi insegnare il passaggio veloce in uscita dal rimbalzo:

metti pressione temporale (5 secondi per arrivare a canestro)

fai partire il giocatore da situazioni diverse

non dici “come farlo”, ma osservi cosa succede e intervieni solo dopo

📌 Vantaggi:

Ideale per sviluppare adattabilità e lettura

Produce movimenti più funzionali che perfetti

È vicino a come si gioca davvero

🔁 Differenza tra i due approcci

🧩 Quale approccio usare?

📌 Entrambi!

Fasi iniziali? Cognitivista → per costruire il gesto

Fasi intermedie e avanzate? Dinamico-ecologico → per adattarlo al gioco

🏀 Un bravo allenatore sa quando spiegare, e quando far scoprire.

📒 Riflessione da scrivere nel tuo quaderno

Usi più spesso un approccio “spiegato” o “scoperto”?

I tuoi ragazzi fanno bene solo se gli dici cosa fare, o anche se devono trovare da soli la soluzione?

Nei tuoi esercizi, modifichi mai l’ambiente per stimolare adattamento?



📘 PAGINA 13 – Approccio Cognitivista: Input → Elaborazione → Output

✅ Il modello "a blocchi": come funziona

Il cervello, secondo il modello cognitivista, funziona come un sistema di elaborazione delle informazioni, in 3 fasi consecutive:

1. Identificazione dello stimolo

L’atleta riceve un segnale (visivo, acustico, tattile…) e lo riconosce.

🧠 Esempi nel basket:

Vede un compagno libero

Sente il coach che chiama uno schema

Percepisce un contatto fisico

👉 In questa fase, capisce che “sta succedendo qualcosa”.

2. Selezione della risposta

Dopo aver capito cosa sta succedendo, il cervello decide cosa fare.

🧠 Esempi:

Passare?

Penetrare?

Tirare?

Aspettare?

👉 Qui il giocatore sceglie la risposta migliore in base alla situazione.

3. Programmazione della risposta

Una volta presa la decisione, il cervello attiva i muscoli giusti per eseguire il gesto.

🧠 Esempi:

Coordinare piedi, braccia e occhi per tirare

Cambiare mano in palleggio

Saltare nel tempo corretto per stoppare

👉 Qui entra in gioco la tecnica vera e propria.

🎯 Un esempio pratico completo

Immagina una situazione di 2 contro 1 in contropiede:

👀 Identificazione dello stimolo: il giocatore vede il difensore che scivola verso il compagno.

💭 Selezione della risposta: decide che è meglio penetrare da solo.

🤖 Programmazione della risposta: esegue il palleggio, il cambio di ritmo, l’arresto e il tiro.

👉 Se sbaglia la scelta, il problema è cognitivo (fase 2). 👉 Se fa la scelta giusta ma tira male, il problema è motorio (fase 3).

🔍 Perché è importante per te?

Sapere in quale fase si blocca un giocatore ti aiuta a:

📌 Come alleni ogni fase?

Stimolo → esercizi con variabilità:

2vs2 con letture diverse

giochi a sorpresa (es. coach cambia regole a voce)

Selezione → esercizi con decisione rapida:

pick and roll con diverse difese (ice, switch…)

“leggi e decidi”: se il difensore fa X, tu fai Y

Programmazione → esercizi tecnici:

ripetizioni guidate

esercizi per curare l’esecuzione (es. tiro dopo arresto a ritmo controllato)

🧠 Conclusione

L’approccio cognitivista:

📚 è molto utile per iniziare ad apprendere i gesti sportivi

🎯 ti fa capire che ogni errore ha una causa specifica

👨‍🏫 ti aiuta a guidare l’atleta passo per passo

Ma da solo non basta: deve essere combinato con esercizi più dinamici e situazionali, che vedremo nell’approccio successivo (dinamico-ecologico).

📒 Riflessione per il tuo quaderno

Quando un tuo ragazzo sbaglia, riesci a capire in quale fase si è bloccato?

Usi esercizi che allenano stimolo, decisione e azione, o ti concentri solo sulla parte tecnica?

Hai mai chiesto a un ragazzo: “perché hai fatto quella scelta?”

👉 Fare queste domande trasforma un’esercitazione tecnica in un esercizio cognitivo.



📘 PAGINA 14 – Approccio dinamico-ecologico: imparare muovendosi nel contesto reale

✅ Cosa dice questo approccio?

“L’apprendimento motorio nasce dall’interazione tra ambiente, compito e individuo. Il movimento non è preprogrammato, ma emerge spontaneamente come soluzione a una situazione.” → Quindi: non si memorizza il gesto, si trova ogni volta il modo migliore per risolvere un problema motorio, dentro un contesto variabile.

🔄 I 3 elementi sempre connessi:

👉 Il gesto nasce dall’equilibrio dinamico tra questi 3.

🎯 Esempio pratico

Devi insegnare il passaggio in uscita da rimbalzo.

Con l’approccio cognitivista: spieghi, dimostri, correggi.

Con l’approccio dinamico-ecologico: metti il ragazzo in situazione: prende il rimbalzo → difensore vicino → deve decidere se passare o palleggiare → viene premiato se sceglie e riesce. 👉 Il passaggio non lo insegni, lo fai scoprire.

🧠 Focus: “i sistemi che si autorganizzano”

L'approccio dice che il corpo umano è un sistema che si adatta continuamente, cercando la soluzione più efficiente.

Come un fiume che trova il percorso migliore per aggirare un ostacolo, così il corpo trova movimenti nuovi in base a:

spazi

tempi

ostacoli

regole

💡 L’atleta bravo non copia, trova soluzioni.

📌 Cos’è un “nuovo stato di coordinazione”?

È quando il corpo crea un nuovo modo di muoversi, più adatto alla situazione.

🎯 Esempio: Un ragazzo impara a usare una finta di corpo per battere un difensore più rapido → non gliel’hai insegnato tu, ma è emersa da sé perché l’ambiente lo ha spinto a farlo.

🔄 Confronto con l’approccio cognitivista

🏀 Come applicarlo in campo?

💡 Devi creare esercizi che costringano il giocatore a trovare soluzioni. Non dirgli sempre cosa fare, ma mettilo nelle condizioni di scoprire il modo migliore per riuscirci.

Esempi:

2vs1 dinamico: si gioca solo se si prende rimbalzo → i ragazzi devono leggere velocemente chi è libero.

3vs3 in spazi stretti: imparano ad adattare il palleggio e la postura.

Regole variabili (es. “puoi tirare solo se ricevi in corsa”) → costringe a muoversi meglio senza palla.

📒 Riflessione per il tuo quaderno

Nei tuoi allenamenti, dai sempre le soluzioni, o lasci che i ragazzi le scoprano giocando?

I tuoi esercizi sono statici e ripetitivi, o hanno variabilità e imprevisti?

C’è qualche gesto che un tuo ragazzo ha “inventato da solo” in allenamento? (es. una finta, un movimento...)

👉 Se sì, sei già sulla strada giusta con questo approccio.

🎁 Bonus: quando usare questo approccio

✅ Da usare molto:

con ragazzi dai 13 anni in su

in esercizi tattici e decisionali

quando vuoi sviluppare intelligenza di gioco

✅ Da combinare con il cognitivista:

nelle prime fasi di apprendimento tecnico

quando serve precisione e ordine



📘 PAGINA 15 – Le fasi dello sviluppo motorio: come nasce un gesto efficace

Secondo le neuroscienze e la metodologia dell’allenamento, un’abilità motoria non nasce perfetta, ma si sviluppa attraverso tre fasi successive:

🧱 FASE 1: Stadio verbale-cognitivo

Chiamato anche fase della coordinazione grezza

✅ Cosa succede in questa fase?

Il giocatore capisce a livello teorico cosa deve fare

Inizia a provare il gesto, ma lo fa in modo impreciso e scoordinato

Si concentra su tanti aspetti insieme, fa fatica a integrarli

Ha bisogno di tanta guida e spiegazione

🧠 L’obiettivo principale:

🏗 Comprendere il compito 🏗 Imparare la sequenza del movimento

😅 Difficoltà tipiche:

Non sa dosare la forza

I movimenti sono rigidi o esagerati

Fa fatica a combinare più gesti (es. palleggiare e guardare)

È lento nella decisione

Non ha ritmo né fluidità

🏀 Esempi nel basket:

Un ragazzo che ha appena iniziato a tirare → tiene la palla storta, usa solo le braccia, salta in avanti

Un U13 che impara il cambio di mano → guarda il pallone, perde il controllo

Fa troppi passi o palleggi a vuoto

📌 Come devi comportarti tu, coach?

Questa fase richiede molto supporto da parte tua.

✅ Le indicazioni metodologiche sono:

🧩 Concetto chiave: “riduzione dei gradi di libertà”

Cosa significa?

All’inizio il corpo “blocca” alcune parti per semplificare il gesto. È come se dicesse: “fammi imparare l’essenziale, poi ci penso al resto”.

🎯 Esempio pratico:

Un ragazzo salta rigido senza usare le braccia → non è “pigro”, sta solo cercando di semplificare il gesto per poterlo eseguire.

👉 Non correggere tutto subito! Lascia che costruisca una prima versione, anche grezza, ma funzionale.

📒 Riflessione per il tuo quaderno

Riesci a riconoscere quando un giocatore è in questa fase?

Usi un linguaggio semplice o dai troppe informazioni insieme?

Usi la ripetizione con calma o pretendi subito il gesto perfetto?

⚠️ In questa fase, pretendere precisione è controproducente. Serve pazienza, fiducia e guida.



📘 PAGINA 16 – Fase 2: Stadio motorio – sviluppo della coordinazione fine

✅ Cosa succede in questa fase?

Il giocatore ha capito il gesto, e comincia a riprodurlo con maggiore sicurezza

I movimenti diventano più coordinati, fluidi, stabili

L’atleta sbaglia meno, ma non è ancora automatizzato

Comincia a sentire il gesto (non lo fa solo perché gliel’hai detto)

🏀 Esempio nel basket:

Tiro in sospensione: ora l’arco è più regolare, i piedi sono meglio posizionati, il rilascio è più controllato.

Cambio di mano: lo fa in corsa senza più guardare troppo il pallone.

Arresto a due tempi: è fluido, bilanciato, non più goffo o scoordinato.

👉 L’abilità non è perfetta, ma è riconoscibile e solida.

🎯 L’obiettivo principale della fase:

🧠 Raffinare il gesto tecnico 💪 Renderlo stabile in condizioni non troppo stressanti 👀 Aumentare la consapevolezza dell’esecuzione

🔧 Concetto chiave: liberazione dei gradi di libertà

Se nella fase 1 il corpo bloccava alcuni movimenti per semplificare, ora comincia a sbloccarli. I movimenti diventano più armonici, coinvolgono più muscoli e articolazioni insieme, e sono più efficienti.

📌 Miglioramenti osservabili:

🧑‍🏫 Il tuo ruolo come coach in questa fase

✅ Indicazioni metodologiche:

🏀 Esempio pratico: insegnare il passaggio schiacciato

In fase 1: fai esercizi semplici da fermo, curando postura e tecnica.

In fase 2:

inserisci difensore passivo

aggiungi vincoli (1 tocco solo, 5 secondi per segnare)

inviti il giocatore a valutare da solo quando il passaggio è stato buono

👉 Questo allena l’esecuzione + la percezione + l’adattamento.

📒 Riflessione per il tuo quaderno:

Riesci a riconoscere i ragazzi che stanno entrando in questa fase?

Usi ancora solo esercizi tecnici isolati, o stai inserendo situazioni di gioco?

Correggi tutto tu o inizi a chiedere a loro cosa hanno sentito e cosa rifarebbero?

🎯 Ricorda: in questa fase non sei più solo un insegnante, ma un facilitatore → guidi il giocatore a diventare consapevole.



📘 PAGINA 17 – Fase 3: Stadio autonomo – disponibilità variabile

✅ Cosa succede in questa fase?

Il gesto motorio è completamente appreso e automatizzato

Il giocatore non deve più pensare ai dettagli del movimento

L’attenzione può essere spostata su altre informazioni: tattica, posizionamento, gioco di squadra

Il movimento è fluido, efficace, preciso, veloce, anche in condizioni difficili o nuove

🧠 Significato di “disponibilità variabile”

L’abilità non è solo “automatizzata”, ma è flessibile, adattabile, sempre pronta, in qualsiasi situazione.

🔁 Il giocatore sa modificare leggermente il gesto, senza perdere efficacia, in base a:

posizione

spazio

avversario

momento della partita

🎯 Esempio nel basket:

Un tiratore sa ritrovare la sua meccanica anche se:

riceve in corsa

c’è un difensore in recupero

sta tirando da più lontano

è stanco o sotto pressione

Un playmaker sa eseguire un pick and roll in 5 modi diversi, in base a come si muove il lungo, come reagisce la difesa e come sono disposti i compagni.

👉 Il gesto non è più “uno solo”, ma una famiglia di soluzioni, tutte corrette e adattabili.

🔧 Concetto chiave: capitalizzazione dei gradi di libertà

In questa fase, il corpo continua a liberare e riorganizzare i gradi di libertà (cioè i movimenti di muscoli e articolazioni) in modo ottimale dal punto di vista energetico ed esecutivo.

👉 Il gesto è preciso ma anche economico, e il giocatore non si affatica mentalmente nel farlo.

📌 Caratteristiche visibili del giocatore in fase autonoma

🏀 Esempio concreto:

Un giocatore in questa fase:

non ha bisogno di pensare a come fare l’arresto e tiro → lo fa e basta

mentre lo fa, sta già leggendo la rotazione difensiva

se cambia qualcosa all’improvviso, adatta il gesto sul momento (es. piccolo passo laterale per evitare la stoppata)

🧑‍🏫 Il ruolo dell’allenatore in questa fase

In questa fase, non sei più il tecnico che corregge, ma diventi:

stimolatore → proponi sfide sempre nuove

variatore → crei contesti diversi, intensità diverse

coordinatore → integri tecnica, tattica, fisico, mente

✅ Cosa devi fare in allenamento:

🧩 Un esempio di esercizio adatto:

🏀 4vs4 con vincoli: si può segnare solo se il tiro avviene dopo un taglio backdoor + passaggio extra. Oppure: gioco a tutto campo con 8” per attaccare → pressione cognitiva + fisica + decisionale.

👉 In questi contesti vengono fuori i giocatori davvero pronti, quelli che hanno interiorizzato l’abilità.

📒 Riflessione per il tuo quaderno

Hai qualcuno nella tua squadra che ha raggiunto questa fase su almeno un gesto tecnico?

Usi abbastanza situazioni imprevedibili o ad alta intensità in allenamento?

Riesci a lasciare spazio ai giocatori per trovare soluzioni senza guidarli troppo?



📘 PAGINA 18 – Il processo di apprendimento: esperienza, transfer, specificità

✅ 1. Esperienze di apprendimento

Le esperienze di apprendimento sono situazioni create intenzionalmente per far migliorare un gesto motorio o una decisione in campo.

Ma attenzione: non tutte le esperienze di allenamento sono esperienze di apprendimento!

🧠 Cosa rende un’esperienza “valida”?

Deve avere:

un obiettivo chiaro (es. migliorare l’arresto e tiro)

un contesto adatto (es. con ritmo simile alla partita)

una ripetizione variata (mai uguale ogni volta)

un feedback utile (correzione o riflessione)

🎯 Allenare 100 tiri in fila tutti uguali, senza difesa, può migliorare la prestazione, ma non costruisce apprendimento situazionale.

🏀 Esempio pratico:

Hai un ragazzo che tira bene da fermo, ma sbaglia in partita?

✅ Invece di fargli fare 100 tiri in serie, crea una esperienza di apprendimento:

esercizio 3vs3 dove può tirare solo se riceve dopo un taglio o un blocco

aggiungi un difensore in ritardo

cronometra il tempo di tiro

chiedigli: “com’era il tuo equilibrio?” → feedback interno

👉 In questo modo alleni lettura + esecuzione + adattamento.

✅ 2. Transfer di apprendimento

Il transfer è quando un’abilità già appresa influenza un’altra abilità, in modo positivo o negativo.

🔄 Tipi di transfer:

📌 Attenzione:

Se costruisci esercizi troppo diversi dal gioco reale, il transfer non avviene → i ragazzi imparano un gesto “bello”, ma non utile in partita.

❗ Fare tiri con le due mani da 7 metri in pre-attivazione non aiuta a migliorare il tiro in uscita da blocco.

✅ 3. Specificità dell’apprendimento

“Le esercitazioni più efficaci sono quelle che riproducono il più possibile i movimenti e le condizioni ambientali del gesto da apprendere.”

Questo principio è chiamato anche apprendimento rappresentativo.

🧠 Cosa significa?

Allenarsi bene non vuol dire solo fare il gesto, ma farlo in un contesto simile a quello in cui lo userai davvero:

stessa velocità

stessa pressione

stessa variabilità

🎯 Allenare il passaggio da fermo non basta: allena il passaggio in corsa, con un difensore che chiude la linea.

🔧 Cosa succede se ignori questo principio?

I tuoi giocatori fanno bene in allenamento tecnico statico

Ma sbagliano in partita, perché non hanno mai visto quelle situazioni prima

👉 Allenare in condizioni lontane dal gioco reale = rischio di illusione di miglioramento

🏀 Esempio pratico: allenare il contropiede

📒 Riflessione per il tuo quaderno

I tuoi esercizi somigliano davvero al gioco?

Quando un giocatore migliora in esercizio, riesce anche a farlo in partita?

Riesci a pensare a un caso in cui un gesto “imparato male” ha limitato un ragazzo?



📘 PAGINA 19 – Il significato della comunicazione nell’insegnamento sportivo

✅ Cos’è la comunicazione?

“Comunicare significa trasferire informazioni da una fonte (emittente) a un destinatario (ricevente) attraverso messaggi.” → Questo trasferimento può avvenire con parole, gesti, toni di voce, espressioni, silenzi.

🧠 Domanda fondamentale:

“Tu cosa trasmetti davvero quando alleni?”

Non basta dire le parole giuste. Conta come le dici, quando le dici, e anche il tuo linguaggio del corpo.

👀 La famosa frase di Watzlawick (1971):

“Noi veniamo prima visti, poi sentiti, infine compresi.”

Significa:

I tuoi giocatori guardano come ti muovi e come ti poni

Poi ascoltano il tono e il ritmo della tua voce

Infine capiscono il contenuto

👉 Se il corpo non comunica coerenza, le parole non bastano

🧩 3 tipi di comunicazione che usi ogni giorno

👉 Un “bravo!” può motivare o ferire, dipende da come lo dici.

📌 Esercizio mentale:

Hai mai detto qualcosa che è stato frainteso in campo? Probabilmente non è stato il messaggio, ma il modo in cui l’hai trasmesso.

🎯 La comunicazione efficace durante l’allenamento

Viene chiamata “la consegna”, cioè il momento in cui spieghi un compito o un esercizio.

Deve essere:

Chiara → parole semplici, senza giri complicati

Organizzata → struttura logica

Coinvolgente → guarda negli occhi, usa il nome dei giocatori

Breve → max 30-45 secondi → poi si agisce!

🎓 La consegna ideale comprende:

🏀 Esempio concreto in campo

Vuoi allenare il tiro in corsa:

✅ Consegna efficace:

“Adesso lavoriamo sul tiro in corsa. Si parte da metà campo, palleggio forte, due passi, rilascio senza saltare in avanti. Occhio al piede guida. Facciamo file da 3, a destra e a sinistra. Pronti!”

❌ Consegna confusa:

“Allora... sì... partite da lì, fate un po’ di palleggi e tirate, cercate di non sbagliare... ah no, fate due passi, anzi tre... poi ci dividiamo... o no...”

👉 Se la consegna è vaga, lunga, incerta, il gruppo si perde e non apprende.

📒 Riflessione per il tuo quaderno

Come ti esprimi quando sei stanco o frustrato? Cambia il tono?

I tuoi ragazzi ti capiscono subito, o ti fanno spesso domande “per chiarire”?

Usi il linguaggio del corpo per incoraggiare o per minacciare?

✨ Ricorda: il tuo modo di comunicare può accendere o spegnere l’apprendimento.



📘 PAGINA 20 – L’uso didattico della comunicazione nella pratica sportiva

✅ Le azioni dell’allenatore si dividono in 2 categorie fondamentali:

🟡 1. Azioni sul compito dei giocatori

Sono tutte le scelte su cosa far fare concretamente ai ragazzi

📌 Esempi:

Numero di ripetizioni

Durata dell’esercizio

Posizione iniziale

Regole speciali (es. 3 passaggi prima di tirare)

Inserimento o meno di difensori

👉 In pratica: costruisci la “forma” dell’esercizio

🧠 Cosa influisci con queste azioni?

Lo sforzo fisico

Il coinvolgimento mentale

Il tipo di apprendimento

🎯 Se fai fare 20 tiri consecutivi senza difesa → alleni meccanica tecnica Se fai 2vs2 con rotazioni rapide → alleni lettura + condizione + decisione

🟡 2. Azioni sul modo in cui dai informazioni

Sono tutte le scelte su come presenti, spieghi, motivi e correggi

📌 Esempi:

Come dimostri l’esercizio

Se dai feedback mentre giocano o a fine esercizio

Se parli in gruppo o individualmente

Che tono di voce usi

Se fai domande per far riflettere

👉 In pratica: costruisci la “qualità” dell’intervento

🧠 Cosa influisci con queste azioni?

La motivazione

La comprensione

La partecipazione attiva

🎯 Se spieghi con entusiasmo → ottieni attenzione Se correggi con rabbia → ottieni frustrazione o chiusura

🏀 Esempio pratico: esercizio 2vs2 in uscita da blocco

➤ Azioni sul compito:

2 squadre, 1 attacca e 1 difende

Si parte sempre da blocco lontano palla

Si gioca massimo 8 secondi

➤ Azioni sul modo:

Spieghi la finalità: “voglio che lavoriate sulla lettura dopo il blocco”

Usi due parole chiave: “aspetta il blocco” – “leggi il difensore”

Dopo ogni ripetizione, chiedi: “Perché hai tirato da lì?”

Alla fine: “Chi ha trovato il tiro migliore oggi? Perché?”

👉 Con questo approccio non dai solo un esercizio, ma costruisci apprendimento consapevole.

🎯 L’allenamento è un processo attivo, non un copione fisso

Un coach efficace non ripete a memoria esercizi, ma:

legge cosa succede

adatta il carico

modula il linguaggio

decide quando interrompere, correggere, rifare

⚠️ La qualità della relazione e della comunicazione influenza direttamente l’apprendimento!

📒 Riflessione per il tuo quaderno

Quando prepari un esercizio, pensi anche a come lo spiegherai, non solo a cosa faranno?

Usi domande, o solo ordini?

Fai sempre le stesse correzioni per tutti, o personalizzi in base al giocatore?

✨ Il modo in cui comunichi un compito è potente tanto quanto il compito stesso.



📘 PAGINA 21 – Gestire i feedback: l’informazione che trasforma

✅ Cosa si intende per “feedback”?

Il feedback è qualsiasi informazione che l’atleta riceve prima, durante o dopo l’esecuzione di un movimento, attraverso canali diversi (visivo, uditivo, tattile, ecc.).

👉 Non è solo “la correzione che dai”, ma tutto ciò che il giocatore percepisce come risposta al suo gesto.

🧠 Fonti di feedback:

👉 Ogni tipo di feedback influenza l’apprendimento, anche se non dici nulla.

❗ Anche il silenzio del coach è un feedback: il giocatore pensa “non mi ha detto nulla, avrò sbagliato?”

📌 Quando dare il feedback?

📌 Ogni momento ha un suo scopo:

Prima: orienta

Durante: guida

Dopo: corregge, rinforza o fa riflettere

🎯 Qual è lo scopo vero del feedback?

Aiutare il giocatore a percepire le informazioni giuste e usarle per migliorare.

Come dice Correia et al. (2019):

“Il feedback serve a educare l’attenzione dell’allievo verso le informazioni rilevanti nell’ambiente.”

👉 Non devi dirgli cosa fare per forza, ma aiutarlo a scoprire da sé cosa funziona.

🏀 Esempio pratico: tiro in sospensione

❌ Feedback povero: “Hai sbagliato di nuovo!” → umiliazione, nessun apprendimento

✅ Feedback utile: “Hai fatto tutto bene tranne il rilascio, che è stato troppo teso. Hai sentito il polso?” 👉 Questo guida la consapevolezza, non solo corregge

🎓 Tipi di feedback dal coach

🧠 Attenzione! Troppo feedback = confusione

Se correggi ogni singolo errore, il giocatore:

si blocca

non sviluppa autocontrollo

perde fiducia

👉 Dai feedback su una cosa per volta, e lascia che il giocatore trovi il resto col tempo.

📒 Riflessione per il tuo quaderno

Usi più feedback correttivi, o motivazionali?

Sai quando è meglio non dire nulla, per lasciar riflettere?

Dai feedback solo a voce, o usi anche il linguaggio del corpo, lo sguardo, la mimica?

✨ Ricorda: il miglior feedback è quello che fa pensare il giocatore, non solo quello che lo fa obbedire.



📘 PAGINA 22 – La motivazione nello sport: il motore dell’apprendimento

✅ Cosa spinge un ragazzo ad allenarsi?

La motivazione può nascere da:

🎯 1. Motivazioni per iniziare uno sport

Voglia di fare qualcosa di nuovo

Curiosità

Giocano anche gli amici

È vicino casa

È uno sport “di moda” (come basket, padel…)

💪 2. Motivazioni per continuare uno sport (le più importanti per noi coach)

Sentirsi migliorato

Avere relazioni positive con compagni e allenatore

Provare soddisfazione personale

Sentirsi parte di qualcosa

👉 Se queste motivazioni non vengono alimentate, anche un talento smette.

🔄 Due tipi di motivazione: interna ed esterna

✅ Motivazione interna (intrinseca)

Deriva da desideri e piaceri personali

👉 È la motivazione più forte, più duratura, più profonda.

✅ Motivazione esterna (estrinseca)

Dipende da ricompense, pressioni o giudizi esterni

👉 Funziona nel breve termine, ma non basta per tenere vivo il fuoco a lungo.

🎯 Qual è il compito dell’allenatore?

Aiutare i ragazzi a passare dalla motivazione esterna a quella interna.

📌 Un buon allenatore non crea dipendenza da sé, ma aiuta l’atleta a trovare il perché dentro di sé.

🧠 Come lo fai?

✅ Dai feedback su impegno e miglioramento, non solo sul risultato

✅ Riconosci lo sforzo, anche quando non porta subito al successo

✅ Lascia spazio a piccole scelte (es. “scegli tu da che lato iniziare”)

✅ Fai domande (“cosa ti è piaciuto di più oggi?”)

📒 Riflessione per il tuo quaderno

I tuoi giocatori si allenano per paura di sbagliare o per voglia di migliorare?

Tu motivi più con urgenze esterne (“vinciamo!”, “non fate brutta figura!”) o con obiettivi interni?

Riesci a vedere e valorizzare anche i piccoli miglioramenti?



📘 PAGINA 23 – Orientamento motivazionale: successo o compito?

✅ Cosa si intende per “orientamento motivazionale”?

È il modo in cui un atleta (e tutto il gruppo) interpreta l’idea di successo e miglioramento.

👉 In base a come parli, agisci e correggi, stai modellando la mentalità dei tuoi giocatori: stanno giocando per vincere sugli altri, o per diventare la versione migliore di sé stessi?

📊 I due grandi orientamenti

🏆 1. Orientamento al successo (prestazione)

Il focus è su:

Confronto con gli altri

Classifiche, punteggi, ruoli

Necessità di vincere

Paura di sbagliare

Evitare di “fare brutta figura”

🧠 Obiettivo implicito: “Dimostra di essere il migliore”.

🚨 Comportamenti tipici:

Si esaltano quando sono i più forti, si abbattono quando non vincono

Nascondono gli errori per paura del giudizio

Tendono a evitare situazioni nuove (per non rischiare di fallire)

Possono umiliare i compagni meno bravi

💡 Esempi di comportamenti dell’allenatore che spingono verso questo orientamento:

🛠️ Risultato:

Allenamenti più tesi

Gruppo diviso

Apprendimento meno profondo

Motivazione fragile

🌱 2. Orientamento al compito (miglioramento)

Il focus è su:

Impegno personale

Acquisizione di nuove abilità

Sfide con sé stessi

Confronto con i propri limiti

Collaborazione e aiuto reciproco

🧠 Obiettivo implicito: “Diventa ogni giorno più competente”.

✅ Comportamenti tipici:

I ragazzi chiedono feedback

Si impegnano anche quando l’esercizio è difficile

Aiutano i compagni

Valutano i progressi nel tempo

💡 Esempi di comportamenti dell’allenatore che stimolano questo orientamento:

🌟 Risultato:

Allenamenti sereni ma intensi

Gruppo unito e inclusivo

Maggiore fiducia e voglia di migliorare

Apprendimento profondo e stabile

📒 Riflessione per il tuo quaderno

Quando correggi un errore, lo fai per farlo notare a tutti o per aiutare a crescere?

Chi elogi più spesso: chi fa canestro o chi migliora il proprio gesto?

In squadra si sente competizione tra compagni o supporto reciproco?

✨ Allenare vuol dire anche educare l’atteggiamento mentale con cui i ragazzi affrontano lo sport… e la vita.



📘 PAGINA 24 – Cosa fa l’allenatore che orienta al compito (o al successo)

La pagina propone una tabella comparativa molto chiara. Vediamola espansa, con spiegazioni pratiche per ogni punto.

🟢 Allenatore che orienta al compito (miglioramento personale):

🔴 Allenatore che orienta al successo (prestazione):

🧠 L’effetto sul lungo periodo

🏀 Esempio reale

Situazione:

Due giocatori fanno lo stesso errore su un passaggio affrettato in contropiede.

👉 Nel primo caso il giocatore si sente attaccato. 👉 Nel secondo viene guidato a capire e migliorare.

📒 Riflessione per il tuo quaderno

Quando sbagliano i tuoi giocatori, come reagisci di solito?

I tuoi allenamenti generano più collaborazione o più competizione interna?

Sei consapevole di come guardi, chi coinvolgi, con che tono correggi?

✨ Ricorda: il tuo comportamento dà forma invisibile ma potentissima al clima del gruppo.

📘 PAGINA 25 – Clima motivazionale: l’ambiente che trasmetti

✅ Cos’è il “clima motivazionale”?

È l’atmosfera emotiva che si percepisce in un gruppo sportivo:

cosa si premia?

cosa si valorizza?

come ci si sente quando si sbaglia?

si lavora insieme o ci si giudica a vicenda?

🎯 Il clima non è un elemento astratto: lo crei tu, ogni volta che parli, correggi, organizzi.

🧠 Due tipi di clima motivazionale

🟢 Clima orientato al compito (mastery climate)

Il gruppo:

valorizza il miglioramento personale

si sostiene a vicenda

vede gli errori come tappe della crescita

si allena con piacere e motivazione

Il coach:

valorizza ogni progresso

distribuisce attenzione e feedback a tutti

favorisce il pensiero, non solo l’esecuzione

accetta l’errore come parte del gioco

💡 Esempio:

“Oggi non mi interessa chi segna di più, ma chi migliora il movimento senza palla. Ci aiutiamo a vicenda.”

🔴 Clima orientato alla prestazione (performance climate)

Il gruppo:

compete per essere il migliore

evita di sbagliare per non essere criticato

deride chi non è bravo

si concentra su apparire, non su crescere

Il coach:

elogia solo chi vince o segna

ignora chi sbaglia o lo rimprovera pubblicamente

crea un clima di tensione e ansia da prestazione

distribuisce attenzione in base alla bravura

💡 Esempio:

“Chi sbaglia va fuori. Se volete giocare domenica, fate vedere qualcosa ORA.”

🔄 Le conseguenze sul gruppo e sul singolo

📒 Esempio pratico: esercizio 3vs3 a tema

👉 Il tipo di clima cambia la qualità delle scelte, la disponibilità a rischiare, il tono con cui si interagisce tra compagni.

📒 Riflessione per il tuo quaderno

I tuoi giocatori si sentono al sicuro nell’allenarsi con te?

Quante volte premi il coraggio di provare qualcosa di nuovo, anche se viene male?

Se un ragazzo in difficoltà viene deriso, intervieni subito o lasci correre?

✨ Il tuo allenamento è più efficace quando le persone si sentono libere di sbagliare per crescere.



📘 PAGINA 26 – La struttura della lezione/allenamento sportivo

✅ Perché è importante strutturare bene l’allenamento?

Perché ogni minuto conta:

per creare motivazione,

per facilitare l’apprendimento,

per dare ritmo e senso al lavoro.

🎯 Un buon allenamento è come un racconto: ha un inizio che coinvolge, uno sviluppo coerente e una conclusione che lascia qualcosa.

🧱 Le 4 fasi fondamentali dell’allenamento

🔹 1. Accoglienza – Introduzione (5 minuti)

🧠 Serve a creare il clima, dare un senso al lavoro, entrare “con la testa dentro il campo”.

✅ Cosa fare:

Saluto attivo e personale

Spiegare l’obiettivo della giornata (“oggi lavoriamo sulla collaborazione difensiva”)

Creare aspettativa: “ci sarà una sfida interessante alla fine!”

🧠 Effetto: i ragazzi capiscono cosa si sta per fare e si sentono parte di qualcosa.

🔹 2. Attivazione – Riscaldamento (10-15 minuti)

🏃 Serve a preparare corpo e mente all’attività, ma anche ad “aprire i canali dell’attenzione”.

✅ Cosa includere:

Mobilità articolare

Attività ludiche (es. giochi a coppie)

Esercizi con la palla (se possibile già tematici)

💡 Esempio:

Riscaldamento con passaggi in movimento e letture semplici (non solo corsa!).

🧠 Obiettivo: creare subito coinvolgimento motorio e cognitivo.

🔹 3. Parte centrale (45-60 minuti)

🔍 È il cuore della lezione. Qui si lavora su abilità tecniche, tattiche o fisiche specifiche.

✅ Cosa fare:

Suddividere in micro-sequenze (es. 3 esercizi + 1 gioco)

Collegare i contenuti (es. dal lavoro su 1c1 → al 2c2 → al 3c3)

Alternare momenti di esecuzione e momenti di riflessione

💡 Attenzione:

Non fare esercizi scollegati solo perché “piacciono”

Ogni proposta deve costruire qualcosa

🎯 Obiettivo: migliorare, non solo farli sudare.

🔹 4. Conclusione – Defaticamento (5-10 minuti)

🎯 Serve a recuperare, fissare i concetti, e dare un messaggio finale.

✅ Cosa includere:

Stretching o giochi a bassa intensità

Breve confronto: “Cosa vi è piaciuto di più oggi?”

Riepilogo degli obiettivi raggiunti

Saluto finale

💡 Anche qui puoi lavorare su clima e motivazione!

📌 Schema riassuntivo (tempi flessibili)

📒 Riflessione per il tuo quaderno

Parti sempre con chiarezza sull’obiettivo della seduta?

Riesci a mantenere un filo logico tra esercizi, o fai un “frullato” di proposte?

Lasci spazio per parlare e confrontarti con i ragazzi alla fine?

✨ Una lezione ben strutturata lascia nei ragazzi un’esperienza significativa, non solo sudore.



📘 PAGINA 27 – Come graduare gli esercizi: dal semplice al complesso

✅ Perché è importante graduare gli esercizi?

Perché non basta scegliere esercizi “interessanti” o “belli da vedere”:

🎯 Un esercizio efficace è quello giusto per quel gruppo, in quel momento, per quel bisogno specifico.

Se l’esercizio è troppo facile → i ragazzi si annoiano. Se è troppo difficile → si frustrano e smettono di impegnarsi.

👉 L’equilibrio perfetto è:

leggermente sopra il livello attuale, per stimolare la crescita senza bloccare.

🪜 Il principio della progressione

Significa che ogni esercizio:

parte da una base semplice

viene poi arricchito con variabili o vincoli

porta infine a una situazione complessa e simile alla partita

🔧 Esempio pratico – Allenamento sul passaggio

Livello base: passaggi in coppia statici (cura tecnica)

Livello intermedio: passaggi in movimento, con un difensore passivo

Livello avanzato: 2c1 con vincolo di passaggio obbligato prima di tirare

Applicazione reale: 3c3 a tema con premi per passaggi efficaci → gioco libero

👉 Così il gesto tecnico si trasforma in lettura e decisione, passo dopo passo.

⚙️ Quali sono le variabili che rendono un esercizio più o meno complesso?

Ecco 6 parametri chiave che puoi modificare per graduare un esercizio:

🎯 Obiettivo dell’allenatore

👉 Non è solo “correggere”, ma accompagnare i giocatori in un percorso di complessità crescente, in modo naturale e motivante.

💡 Fai come a scuola: non inizi con le equazioni! Prima conti, poi moltiplichi, poi risolvi problemi.

🧠 Il concetto di "zone di sviluppo" (Vygotskij)

Il miglior apprendimento avviene quando l’allievo:

non sa ancora fare una cosa da solo

ma può farla con l’aiuto del coach o dei compagni

👉 Questa è la “zona prossimale di sviluppo” → lì devi collocare i tuoi esercizi!

📒 Riflessione per il tuo quaderno

I tuoi esercizi sono adatti al livello dei ragazzi o troppo complessi?

Li adatti in base a come rispondono, o segui uno schema rigido?

Usi mai una versione facilitata e poi una versione avanzata dello stesso esercizio?

✨ Ricorda: un esercizio non serve a “riempire il tempo”, ma a costruire abilità reali.



📘 PAGINA 28 – Il compito motorio: fare, capire, apprendere

✅ Cos’è un “compito motorio”?

È un’azione motoria che l’atleta deve compiere per risolvere un problema, all’interno di un contesto definito (spazio, tempo, regole, compagni, obiettivi…).

In altre parole: 👉 non è solo muoversi, ma muoversi per uno scopo.

💡 Esempio:

✅ Compito motorio: “Trova il modo per ricevere in ala anche se il difensore ti nega la linea di passaggio”

❌ Esercizio meccanico: “Fai 10 tagli e torna indietro”

🧠 Perché è importante ragionare in termini di “compiti motori”?

Perché il giocatore:

non apprende ripetendo movimenti,

ma cercando soluzioni in base a ciò che vede e sente.

🎯 Un allenamento efficace mette l’atleta in situazioni che lo obbligano a pensare e scegliere, non solo a eseguire comandi.

🔁 I 3 elementi fondamentali di un compito motorio

1. Problema da risolvere

Deve esserci una sfida, una difficoltà, una decisione da prendere

💡 Esempio: “Devi ricevere palla dopo un blocco, ma il difensore cambia sul blocco: cosa fai?”

2. Contesto reale o realistico

Spazio, tempi, avversari, regole: tutto deve assomigliare il più possibile alla partita

💡 Esempio: “Gioca in 2c2 con passaggio iniziale dal coach e 10 secondi per concludere”

3. Obiettivo motorio e cognitivo

Non solo “fare un gesto”, ma ragionare per compierlo nel momento giusto

💡 Esempio: “Finta + arresto + lettura: solo se il difensore va in volo, tiri”

🎮 Un compito motorio ben fatto è come un gioco intelligente

I ragazzi:

sono coinvolti

si divertono davvero

imparano senza accorgersene

🧠 Apprendimento + Motivazione = 🔥 Esercizio efficace

🏀 Esempio: lavoro sullo smarcamento

🔁 Come si progetta un compito motorio?

Definisci l’obiettivo (es. ricezione, tiro, penetrazione)

Crea un problema da risolvere (es. difensore attivo, spazi ridotti, tempo limitato)

Scegli le regole e i vincoli (1 solo palleggio, passaggio obbligatorio prima di tirare…)

Lascia libertà all’atleta di provare, sbagliare, trovare soluzioni

📒 Riflessione per il tuo quaderno

I tuoi esercizi propongono problemi reali, o solo movimenti ripetuti?

Lasci spazio alla scoperta attiva, o dici sempre tu cosa fare?

Costruisci situazioni che stimolano decisioni, o solo esecuzioni?

✨ Il giocatore moderno non ha bisogno solo di “sapere cosa fare”, ma di capire quando, perché e come farlo.



📘 PAGINA 29 – Apprendere non significa solo eseguire

✅ Due concetti da distinguere:

1. Acquisizione = performance momentanea

Il ragazzo riesce a ripetere correttamente un gesto, magari dopo poche prove.

🟡 È un segnale positivo, ma non ancora stabile.

💡 Esempio: Durante un esercizio di tiro, un ragazzo fa 4/5 tiri corretti. 👉 Ha “capito”, ma non è detto che sappia ripeterlo domani, sotto pressione, o in partita.

2. Apprendimento = cambiamento duraturo

Il gesto viene stabilizzato nella memoria motoria, e riutilizzato in contesti diversi, anche dopo tempo.

🟢 È un processo più lento, ma più profondo.

💡 Esempio: Dopo settimane, il giocatore sceglie e realizza lo stesso tipo di tiro in partita, anche in condizioni nuove. 👉 Allora sì: ha imparato davvero.

🔁 La differenza sta nel tempo e nella variabilità

Acquisizione avviene subito dopo la spiegazione

Apprendimento si verifica a distanza di giorni, settimane, mesi

L’apprendimento è verificabile solo se il gesto:

✅ viene eseguito in ambienti diversi

✅ in condizioni variabili

✅ in assenza del coach che guida passo-passo

🧠 Come si costruisce l’apprendimento?

1. Ripetizione variata

Stesso gesto, ma in situazioni differenti

💡 Esempio:

Ricezione in corsa → con 1 difensore → con cambio direzione → con spazio ridotto 👉 Aiuta a generalizzare il gesto

2. Recupero distribuito

Tornare a lavorare sullo stesso gesto dopo giorni, non tutto in un’unica seduta

💡 Esempio:

Lunedì → ricezione

Giovedì → smarcamento

La settimana dopo → di nuovo ricezione 👉 Il cervello rinforza ciò che deve “ricordare”

3. Feedback “leggeri”

Non correggere ogni singola esecuzione, ma dare spazio alla scoperta

💡 Esempio: “Quella ricezione era buona. Cosa hai fatto di diverso rispetto a prima?”

👉 Il giocatore riflette e interiorizza meglio

🛑 Perché questo è importante?

Perché molti allenatori credono che “se oggi viene bene, allora abbiamo imparato”.

In realtà, un gesto fatto bene oggi:

può essere solo un colpo di fortuna,

può dipendere dal contesto favorevole,

può svanire appena arriva la pressione.

✅ Tu devi allenare l’apprendimento, non solo l’apparenza.

📒 Riflessione per il tuo quaderno

I tuoi esercizi si ripetono in forme variabili nel tempo, o sono sempre identici?

Dai tempo al gesto di consolidarsi, o passi subito ad altro appena “sembra riuscire”?

Valuti i miglioramenti solo durante l’allenamento, o anche in partita vera?

✨ Ricorda: allenare l’apprendimento è un lavoro profondo e paziente. Non basta che i ragazzi sappiano “fare”… Devono sapere cosa stanno facendo e perché.



📘 PAGINA 30 – Il carico cognitivo nell’attività motoria

✅ Cos’è il “carico cognitivo”?

È la quantità di attenzione, memoria, decisioni, ragionamento che un esercizio richiede al giocatore.

🎯 Non è solo fatica fisica, ma soprattutto sforzo mentale e decisionale.

📦 Tre tipi di carico cognitivo

1. Carico intrinseco

È la difficoltà del compito in sé, legata al numero di elementi da gestire contemporaneamente.

💡 Esempio:

Un passaggio a due mani in assenza di difesa = basso carico intrinseco

Un 3c2 con passaggio in corsa e lettura difensiva = alto carico intrinseco

2. Carico estraneo

È il “peso mentale inutile”, causato da istruzioni confuse, ambienti rumorosi, troppe regole.

💥 È un carico negativo, che ostacola l’apprendimento.

💡 Esempio:

Un esercizio con 7 regole, 3 fischi diversi e spiegazione caotica = troppo carico estraneo 👉 Il giocatore è sovraccarico e confuso, non impara nulla.

3. Carico rilevante (germane)

È lo sforzo cognitivo utile per imparare, cioè quello che impegna il cervello nel modo giusto.

💡 Esempio:

Un esercizio dove devo osservare il difensore, decidere il tempo del taglio, e sincronizzarmi col passaggio → ottimo carico rilevante!

🧠 L’allenatore deve dosare il carico cognitivo

👉 Il carico cognitivo eccessivo:

genera ansia, confusione, disorganizzazione

👉 Il carico troppo basso:

genera noia, scarso apprendimento, poca motivazione

🎯 Esempio pratico: esercizio 2c1 a tema

🛠️ Come progettare un esercizio con buon carico cognitivo?

Poche regole chiare

Un problema motorio reale

Una decisione da prendere

Una difficoltà proporzionata al livello

Spazio per tentare, sbagliare, riprovare

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