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LA DIFESA PRESSING: uno strumento formativo per allenatori alle prime armi

Perché la difesa pressing a livello giovanile?

La difesa pressing è spesso intesa come un’arma tattica per mettere in difficoltà l’avversario, forzare palle perse e vincere la singola partita. Tuttavia, come ha spiegato Andrea Capobianco (ex allenatore delle Nazionali Giovanili italiane) nell’intervento riportato, il pressing può e deve essere concepito soprattutto come un percorso di formazione per i giovani giocatori. In altre parole, la difesa pressante non è soltanto uno strumento “speculativo” per sfruttare le debolezze dell’avversario, ma un modo per aiutare ciascun atleta a sviluppare abilità motorie, tecniche, mentali e relazionali fondamentali nel basket.

Di seguito, troverai una sintesi dei concetti chiave emersi nell’intervento, arricchita con alcune riflessioni utili agli allenatori alle prime armi.




1. Perché la difesa pressing a livello giovanile?

Sottolineatura importante: “Noi allenatori dobbiamo vivere non l’oggi della partita, ma il domani e il dopodomani dei nostri giocatori.”


2. Gli aspetti fondamentali da allenare

a) Scivolamenti e tecnica difensiva di base

  1. Posizione difensiva: ginocchia piegate, busto leggermente in avanti, braccia attive.
  2. Mano sulla palla: se l’attaccante palleggia, tenere la mano difensiva sempre vicina al pallone, per impedire cambiate di mano immediate.
  3. Orientamento del corpo: è essenziale non farsi battere sul lato più pericoloso (solitamente il centro) e indirizzare l’attaccante verso la linea laterale o gli aiuti.

b) Comunicazione

Sottolineatura importante: “Se non parli in difesa, non sei un difensore. Se non comunichi, non sai aiutare i tuoi compagni.”

c) Rotazioni e aiuti


3. Costruire il pressing: esempi di esercitazioni

  1. 5 vs 5 a tutto campo con regola del “raddoppio al primo passaggio”
    Obiettivo: allenare la comunicazione, la rapidità nel raddoppio e le rotazioni successive.
    Focus su: postura difensiva, chiamata vocale, recupero sull’uomo lasciato libero.
  2. Esercizi 2 vs 2 o 3 vs 3 (con eventuale “uomo jolly”):
    Far partire gli attaccanti da situazioni di rimessa o dopo un tiro libero.
    Regola: appena l’avversario abbassa la palla per palleggiare, scatta il raddoppio dal difensore più vicino.
    In questo modo, i giocatori imparano a leggere il momento giusto per “attaccare” in difesa.
  3. Rincorse e recuperi (“close-out” e rotazioni):
    Lavoro quotidiano su scivolamenti e corse brevi per chiudere il tiratore o l’uomo libero.
    Evidenziare l’importanza delle “finte di aiuto” (muovere un piede in direzione dell’attaccante per dissuadere il passaggio, poi tornare indietro).


Sottolineatura importante: “Il pressing serve anche a insegnare a correre con la giusta intensità e la giusta direzione: se i ragazzi non imparano come orientarsi in campo, non potranno farlo nelle categorie superiori.”


4. Errori e correzioni: un passo avanti nella crescita

Sottolineatura importante: “L’errore è una delle tappe più importanti del percorso formativo. Se un atleta capisce come correggersi, ha già fatto un enorme passo in avanti.”


5. Strategia vs. Tattica nel pressing

Strategia: decidere a priori chi raddoppiare (es. il miglior palleggiatore avversario), o in quale momento (es. “su ogni palleggio iniziale” o “dopo il primo passaggio”).
Tattica: la lettura individuale del difensore. Il giocatore deve riconoscere quando effettivamente l’avversario è in difficoltà: ad esempio in fase di palleggio basso, spalle alla metà campo, o con passaggi “lenti” in aria.

Sottolineatura importante: “Al giocatore va insegnato a prendere decisioni: la difesa pressing non deve diventare un ‘automatismo cieco’, ma un sistema in cui ognuno legge ciò che succede.”


Conclusioni

La difesa pressing non è solo una questione di schemi o di aggressività fine a se stessa. È un processo educativo che forma la mente (allenando la capacità di scelta, la responsabilità e la concentrazione), allena il corpo (scivolamenti, close-out, rotazioni), e favorisce la collaborazione fra compagni (comunicazione, coperture, responsabilità condivise).

Per un allenatore alle prime armi, l’ideale è procedere per gradi, insegnando prima i fondamentali difensivi (scivolamenti, postura, comunicazione), poi inserendo gradualmente situazioni di vantaggio/svantaggio numerico e, infine, costruendo esercitazioni più complesse a tutto campo. In questo modo, gli atleti imparano non solo a “pressare” ma, soprattutto, a leggere il gioco e a crescere come giocatori completi.


Punto chiave: “La difesa pressing è un’opportunità formativa formidabile: insegna disciplina, coraggio e attenzione ai dettagli. Valori indispensabili per ogni giovane cestista.”

Buon lavoro in palestra e buona crescita a tutti!

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